14-04-2014, 10:46 AM
![[Immagine: Premio%20Gaber%202014%20Auditoriumballet.jpg]](http://www.premiogaber.it/images/forum/Premio%20Gaber%202014%20Auditoriumballet.jpg)
Regione: Veneto
Provincia: Verona
Località: Villafranca di Verona
Organismo: Associazione Sportiva Dilettantistica
Denominazione: "Auditorium Ballet"
Ha partecipato: 5a edizione 2014
Sezione: Teatro
Titolo del progetto: LOUD and CLOSE
Legale Rappresentante: Marta Brusadin
Referenti: Greta Bragantini
Gruppo di lavoro: --
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PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
Ci sono cose che la parola non coglie, non traduce. Questo il territorio di indagine: entrare là dove la parola non basta, dove occorre fare appello ad altri livelli di comunicazione. Il corpo diventa così lo strumento per dire quello che la parola non riesce a dire. Esplorare il silenzio significa inventare il vero, significa ricordare le cose che non si voleva perdere ma si sono perdute. E dentro questo spazio si impara a restituire senso al gesto, a riconoscere che occhi e orecchie e mani non sono abbastanza grandi per abbracciare tutto il cambiamento, per accogliere la memoria. Siamo fatti anche di quello che abbiamo perso.
Loud and close, pesante e vicino, questo il tema da cui è scaturita l’idea intorno a cui ruota il progetto, l’ambito di esplorazione che gli allievi del corso avranno il compito di interpretare e portare sulla scena.
La riflessione nasce dalla consapevolezza che il mondo delle nostre certezze può essere spazzato via in un istante. Alcuni dei grandi e terribili avvenimenti degli ultimi anni (11 settembre, terrificanti tragedie ambientali...) hanno dimostrato come solo di fronte ad immani tragedie l’uomo sembri recuperare una dimensione di relazione e di reciproco ascolto che la velocità del tempo quotidiano inghiotte con avidità. Tuttavia accanto alla dimensione collettiva esiste sempre quella individuale. La perdita costringe a reinventare un vocabolario nuovo a ridare senso alla parola, al gesto, al tempo.
Ci sono cose che vorremmo dire, ma sappiamo che potrebbero fare male, così le seppelliamo e lasciamo che facciano male a noi.
Lo spettacolo nasce all’interno del progetto laboratoriale “Work Out”, che ruota intorno allo studio e alla pratica della complessa disciplina della danza. Il progetto si rivolge a giovani danzatori fortemente motivati a migliorare e perfezionare il proprio livello tecnico e soprattutto a compiere un percorso di crescita individuale attraverso un’esperienza di alto valore artistico e culturale.
Loud and close, pesante e vicino, questo il tema da cui è scaturita l’idea intorno a cui ruota il progetto, l’ambito di esplorazione che gli allievi del corso avranno il compito di interpretare e portare sulla scena.
La riflessione nasce dalla consapevolezza che il mondo delle nostre certezze può essere spazzato via in un istante. Alcuni dei grandi e terribili avvenimenti degli ultimi anni (11 settembre, terrificanti tragedie ambientali...) hanno dimostrato come solo di fronte ad immani tragedie l’uomo sembri recuperare una dimensione di relazione e di reciproco ascolto che la velocità del tempo quotidiano inghiotte con avidità. Tuttavia accanto alla dimensione collettiva esiste sempre quella individuale. La perdita costringe a reinventare un vocabolario nuovo a ridare senso alla parola, al gesto, al tempo.
Ci sono cose che vorremmo dire, ma sappiamo che potrebbero fare male, così le seppelliamo e lasciamo che facciano male a noi.
Lo spettacolo nasce all’interno del progetto laboratoriale “Work Out”, che ruota intorno allo studio e alla pratica della complessa disciplina della danza. Il progetto si rivolge a giovani danzatori fortemente motivati a migliorare e perfezionare il proprio livello tecnico e soprattutto a compiere un percorso di crescita individuale attraverso un’esperienza di alto valore artistico e culturale.