04-05-2012, 05:56 PM
Le scuole Superiori di Verona, di Castelvetrano (TP), di Firenze, di Vasto (CH), di Montagnana (PD) e le due di Termini Imerese (PA) alle ore 17.30 di oggi, 4 maggio, hanno partecipato al dibattito finale all’interno della sala Venere.
I moderatori sono stati Vincenzo e Barbara dell’“Ugdulena” di Termini Imerese (PA), Eleonora e Davide del “Mondin”e del “Guardini” di Verona, Beatrice e Alessandra del “Mattioli” di Vasto (CH), Andrés e Antonino del “Ferrigno” di Castelvetrano (TP) ed infine Sofia e Filippo del “San Benedetto” di Montagnana (PD).
Ha cominciato Matteo di Verona che ha chiesto ai ragazzi di Montagnana “perché canzoni dei Queen nel vostro spettacolo”. Sofia risponde spiegando che il tutto è partito quando hanno deciso di fare uno spettacolo con gli dei olimpici. Mercurio era Mercury e quindi hanno pensato a Freddy Mercury. Da qui l’utilizzo della musica dei Queen visto che volevamo mettere della musica nello spettacolo. I ragazzi di Montagnana chiedono di rimando ai ragazzi veronesi perché hanno scelto il tema dello spettacolo e perché la particolarità della visione. Eleonora spiega che ogni anno nella loro scuola commemorano la Shoah e volevano portare fuori questa loro esperienza. Inoltre ci piaceva spiegare come certe persone – causa una specie di lavaggio del cervello – erano dovuti diventare aguzzini.
I Fiorentini hanno riconosciuto la citazione de “La notte” nella scena dei tre impiccati. Ancora Davide chiede perché i ragazzi padovani hanno deciso di recitare in inglese. Filippo spiega che il corso di teatro nell’Educandato “San Benedetto” è sempre stato fatto ma poi abbandonato e la professoressa di Inglese s’è presa la responsabilità di far rinascere il progetto. I ragazzi di Montagnana osservano che il tema della Shoah è ultimamente anche troppo abusato. È giusto che venga trattato, ma delle volte è usato troppo spesso: capite veramente quello che avete fatto?
Eleonora spiega che sono due anni che seguono questo lavoro. Proprio perché questo argomento è spesso abusato, ci piaceva presentarlo da un altro punto di vista. Nelle assemblee rimane sempre molto teorico. Così è più semplice far capire le emozioni (anche mettendo gli attori nel pubblico). Davide continua dicendo che spesso ricordare rimane solo un fatto di parole, quindi loro volevano fare qualcosa di più. Anche le frasi in tedesco utilizzate sono state prese da libri.
I ragazzi di Montagnana chiedono come avviene la scelta del copione nelle varie scuole.
Antonino ha spiegato che il copione è stato scritto in una notte da Andrés. L’ha scritto e l’ha portato, noi l’abbiamo seguito fedelmente. Andrés ha confermato che scrivere è la sua più grande passione (e da diverso tempo si interessa alla tematica dell’amore e delle sue diverse forme). Davide di Verona ha spiegato che la scelta del copione è avvenuta tramite le proposte dei professori. Poi abbiamo rielaborato noi (insieme a loro) i testi. Alessandra di Vasto ha spiegato i problemi tecnici che hanno incontrato per il loro progetto, quindi non hanno avuto moltissimo tempo per la scelta e così hanno scelto il testo di Shakespeare – Beatrice ha tagliato e poi come al solito c’è stata molta improvvisazione. Abbiamo messo anche qualche parola in francese [lo spettacolo è ambientato a Parigi, NdR]. Vincenzo racconta che il loro lavoro è fatto da domande e risposte poste alle persone (le interviste del documentari) per i testi poi, abbiamo scelto ed elaborato noi insieme alla professoressa. Barbara ha spiegato la scelta della tematica della velocità, che poi è diventata quella del limite ed infine anche la ricerca storica. Inoltre li ha ispirati anche il monologo “Massa ed energia” di Gaber. Sofia di Montagnana ha spiegato che loro si sono divisi un po’ i compiti: qualcuno ha scritto il copione, qualcun altro ha pensato alle scene ai costumi… l’idea è venuta da un dibattito: uno dei temi che è subito venuto in mente la crisi, quindi l’economia. Da lì siamo passati ai “mali”, che abbiamo poi personificato con gli dei dell’Olimpo. Qui abbiamo deciso di fare una contrapposizione tra bene e male. Il succo dello spettacolo è che in ognuno di noi c’è il bene e il male, però in noi sono una parte unica e noi dobbiamo scegliere quale tirare fuori.
Una ragazza veronese fa i complimenti a Montagnana e chiede se hanno ricevuto aiuti esterni. La risposta è che una mano l’ha data il collaboratore esterno Mattiazzo. In ogni caso per i ragazzi di Verona è stata un po’ capita la trama: non era chiara la storia del reality show. Sofia risponde che sono partiti da alcuni film (Truman Show, V per Vendetta etc.) in ogni caso la trama è un po’ complicata. Questo progetto è nato anche dal dibattito dell’anno scorso che era incentrato su una discussione sul potere dei media. Secondo i ragazzi di Montagnana i reality show sono che oggi impazzano come una trappola per topi: fanno degli esperimenti su di noi. Secondo Filippo il GF prima aveva una valenza sociologica mentre ora non più – sono programmi che hanno un effetto placebo per far credere che vada tutto bene nella vita reale.
Secondo i ragazzi di Firenze le cose più fanno schifo più piacciono alla gente. Per quanto facesse schifo il primo GF aveva un minimo di senso. Ora non ha più senso.
In seguito la discussione si è spostata sui concorrenti dei reality, quindi sulla questione del genere: maschile e femminile. Secondo i ragazzi di Firenze i reality – pieni di persone di un certo tipo – hanno portato anche ad una sorta di stereotipizzazione dei generi. Una sorta di inversione di ruoli tra uomo e donna. Secondo Sofia di Montagnana dice che la donna negli ultimi anni – per colpa delle femministe, ma è una sua idea – è quasi diventata qualcosa di spaventoso per le donne. Cioè: il sesso debole è diventato quello forte. Secono i ragazzi di Firenze questo si ripercuote anche nella moda. Forse, precisa una ragazza di Montagnana, si tratta di una sorta di vendetta.
Da un intervento dei ragazzi di Montagnana si è cominciato a parlare di dialetti e inflessioni dialettali. Lo “scontro” (viste la copertura di tutto il territorio italiano nella sala) è stato abbastanza sentito.
Poi si torna ai reality con Termini Imerese: perché hanno questi ascolti così alti? Secondo Sofia e Filippo è colpa del meccanismo emozionale: non si vedono le persone, ma solo le emozioni. La disgrazia non è attraente, mentre si gioca molto sullo spettacolare. Secondo i ragazzi di Verona bisognerebbe chiedere a chi li guarda. Secondo Andrés – che tiene a precisare non li guarda – l’uomo ignorante è mediamente molto morboso. I ragazzi di Termini della “Palmeri” si tende sempre di più a dire ‘non riguarda noi’. È più attraente vedere un vip che piange per un motivo futile, piuttosto che per le vere tragedie che viviamo come più lontane. I ragazzi chiedono a Verona perché la scelta di portare un classico: è stata una scelta per puro piacere o anche per portare un messaggio? Beatrice risponde che avevano semplicemente voglia di misurarsi con qualcosa di più ‘alto’, quindi Shakespeare. Il messaggio non viene tanto dal testo, ma da quello che abbiamo passato: anche se ci sono tante difficoltà, se uno vuole una cosa e ci crede, ci riesce.
Ancora sui reality: secondo Barbara di Termini Imerese lo scopo della società mediatica non è quello di creare dementi o meno, ma di livellarli tutti: creare una platea di spettatori tutti uguali. C’è chi da Vasto propone una soluzione: spegnerla la televisione, invece di farsi condizionare. Termini “Palmeri” spiega che la soluzione è nella libertà di scelta: loa società è fondata sulla libertà di scelta. Ognuno giudica le persone – e i programmi – sceglie. Secondo Sofia di Montangna è meglio dire che dovrebbe essere fondata sulla libertà di scelta. Il problema è che non tutti sono consapevoli di questa libertà di scelta. In realtà soprattutto nella TV la libertà è ‘una bella favola’.
Ancora Montangnana cambia argomento, sottolineando la bellissima chiusa dello spettacolo di Verona “Dov’è dio?” “è lì impiccato”
Eleonora prova a rispondere che secondo lei di fronte a una tragedia così grande – e soprattutto una popolazione così religiosa – sono cose che ti lasciano di stucco e ti vengono da chiedere. Dove potrebbe essere Dio in quel momento? Non si riesce a darsi una risposta. Secondo un ragazzo di Verona anche Dio è vittima: il bene che è vittima, quindi muore con l’uomo.
Infine ancora un divertente ed intenso scambio di idee fra i ragazzi del Premio Gaber.
I moderatori sono stati Vincenzo e Barbara dell’“Ugdulena” di Termini Imerese (PA), Eleonora e Davide del “Mondin”e del “Guardini” di Verona, Beatrice e Alessandra del “Mattioli” di Vasto (CH), Andrés e Antonino del “Ferrigno” di Castelvetrano (TP) ed infine Sofia e Filippo del “San Benedetto” di Montagnana (PD).
Ha cominciato Matteo di Verona che ha chiesto ai ragazzi di Montagnana “perché canzoni dei Queen nel vostro spettacolo”. Sofia risponde spiegando che il tutto è partito quando hanno deciso di fare uno spettacolo con gli dei olimpici. Mercurio era Mercury e quindi hanno pensato a Freddy Mercury. Da qui l’utilizzo della musica dei Queen visto che volevamo mettere della musica nello spettacolo. I ragazzi di Montagnana chiedono di rimando ai ragazzi veronesi perché hanno scelto il tema dello spettacolo e perché la particolarità della visione. Eleonora spiega che ogni anno nella loro scuola commemorano la Shoah e volevano portare fuori questa loro esperienza. Inoltre ci piaceva spiegare come certe persone – causa una specie di lavaggio del cervello – erano dovuti diventare aguzzini.
I Fiorentini hanno riconosciuto la citazione de “La notte” nella scena dei tre impiccati. Ancora Davide chiede perché i ragazzi padovani hanno deciso di recitare in inglese. Filippo spiega che il corso di teatro nell’Educandato “San Benedetto” è sempre stato fatto ma poi abbandonato e la professoressa di Inglese s’è presa la responsabilità di far rinascere il progetto. I ragazzi di Montagnana osservano che il tema della Shoah è ultimamente anche troppo abusato. È giusto che venga trattato, ma delle volte è usato troppo spesso: capite veramente quello che avete fatto?
Eleonora spiega che sono due anni che seguono questo lavoro. Proprio perché questo argomento è spesso abusato, ci piaceva presentarlo da un altro punto di vista. Nelle assemblee rimane sempre molto teorico. Così è più semplice far capire le emozioni (anche mettendo gli attori nel pubblico). Davide continua dicendo che spesso ricordare rimane solo un fatto di parole, quindi loro volevano fare qualcosa di più. Anche le frasi in tedesco utilizzate sono state prese da libri.
I ragazzi di Montagnana chiedono come avviene la scelta del copione nelle varie scuole.
Antonino ha spiegato che il copione è stato scritto in una notte da Andrés. L’ha scritto e l’ha portato, noi l’abbiamo seguito fedelmente. Andrés ha confermato che scrivere è la sua più grande passione (e da diverso tempo si interessa alla tematica dell’amore e delle sue diverse forme). Davide di Verona ha spiegato che la scelta del copione è avvenuta tramite le proposte dei professori. Poi abbiamo rielaborato noi (insieme a loro) i testi. Alessandra di Vasto ha spiegato i problemi tecnici che hanno incontrato per il loro progetto, quindi non hanno avuto moltissimo tempo per la scelta e così hanno scelto il testo di Shakespeare – Beatrice ha tagliato e poi come al solito c’è stata molta improvvisazione. Abbiamo messo anche qualche parola in francese [lo spettacolo è ambientato a Parigi, NdR]. Vincenzo racconta che il loro lavoro è fatto da domande e risposte poste alle persone (le interviste del documentari) per i testi poi, abbiamo scelto ed elaborato noi insieme alla professoressa. Barbara ha spiegato la scelta della tematica della velocità, che poi è diventata quella del limite ed infine anche la ricerca storica. Inoltre li ha ispirati anche il monologo “Massa ed energia” di Gaber. Sofia di Montagnana ha spiegato che loro si sono divisi un po’ i compiti: qualcuno ha scritto il copione, qualcun altro ha pensato alle scene ai costumi… l’idea è venuta da un dibattito: uno dei temi che è subito venuto in mente la crisi, quindi l’economia. Da lì siamo passati ai “mali”, che abbiamo poi personificato con gli dei dell’Olimpo. Qui abbiamo deciso di fare una contrapposizione tra bene e male. Il succo dello spettacolo è che in ognuno di noi c’è il bene e il male, però in noi sono una parte unica e noi dobbiamo scegliere quale tirare fuori.
Una ragazza veronese fa i complimenti a Montagnana e chiede se hanno ricevuto aiuti esterni. La risposta è che una mano l’ha data il collaboratore esterno Mattiazzo. In ogni caso per i ragazzi di Verona è stata un po’ capita la trama: non era chiara la storia del reality show. Sofia risponde che sono partiti da alcuni film (Truman Show, V per Vendetta etc.) in ogni caso la trama è un po’ complicata. Questo progetto è nato anche dal dibattito dell’anno scorso che era incentrato su una discussione sul potere dei media. Secondo i ragazzi di Montagnana i reality show sono che oggi impazzano come una trappola per topi: fanno degli esperimenti su di noi. Secondo Filippo il GF prima aveva una valenza sociologica mentre ora non più – sono programmi che hanno un effetto placebo per far credere che vada tutto bene nella vita reale.
Secondo i ragazzi di Firenze le cose più fanno schifo più piacciono alla gente. Per quanto facesse schifo il primo GF aveva un minimo di senso. Ora non ha più senso.
In seguito la discussione si è spostata sui concorrenti dei reality, quindi sulla questione del genere: maschile e femminile. Secondo i ragazzi di Firenze i reality – pieni di persone di un certo tipo – hanno portato anche ad una sorta di stereotipizzazione dei generi. Una sorta di inversione di ruoli tra uomo e donna. Secondo Sofia di Montagnana dice che la donna negli ultimi anni – per colpa delle femministe, ma è una sua idea – è quasi diventata qualcosa di spaventoso per le donne. Cioè: il sesso debole è diventato quello forte. Secono i ragazzi di Firenze questo si ripercuote anche nella moda. Forse, precisa una ragazza di Montagnana, si tratta di una sorta di vendetta.
Da un intervento dei ragazzi di Montagnana si è cominciato a parlare di dialetti e inflessioni dialettali. Lo “scontro” (viste la copertura di tutto il territorio italiano nella sala) è stato abbastanza sentito.
Poi si torna ai reality con Termini Imerese: perché hanno questi ascolti così alti? Secondo Sofia e Filippo è colpa del meccanismo emozionale: non si vedono le persone, ma solo le emozioni. La disgrazia non è attraente, mentre si gioca molto sullo spettacolare. Secondo i ragazzi di Verona bisognerebbe chiedere a chi li guarda. Secondo Andrés – che tiene a precisare non li guarda – l’uomo ignorante è mediamente molto morboso. I ragazzi di Termini della “Palmeri” si tende sempre di più a dire ‘non riguarda noi’. È più attraente vedere un vip che piange per un motivo futile, piuttosto che per le vere tragedie che viviamo come più lontane. I ragazzi chiedono a Verona perché la scelta di portare un classico: è stata una scelta per puro piacere o anche per portare un messaggio? Beatrice risponde che avevano semplicemente voglia di misurarsi con qualcosa di più ‘alto’, quindi Shakespeare. Il messaggio non viene tanto dal testo, ma da quello che abbiamo passato: anche se ci sono tante difficoltà, se uno vuole una cosa e ci crede, ci riesce.
Ancora sui reality: secondo Barbara di Termini Imerese lo scopo della società mediatica non è quello di creare dementi o meno, ma di livellarli tutti: creare una platea di spettatori tutti uguali. C’è chi da Vasto propone una soluzione: spegnerla la televisione, invece di farsi condizionare. Termini “Palmeri” spiega che la soluzione è nella libertà di scelta: loa società è fondata sulla libertà di scelta. Ognuno giudica le persone – e i programmi – sceglie. Secondo Sofia di Montangna è meglio dire che dovrebbe essere fondata sulla libertà di scelta. Il problema è che non tutti sono consapevoli di questa libertà di scelta. In realtà soprattutto nella TV la libertà è ‘una bella favola’.
Ancora Montangnana cambia argomento, sottolineando la bellissima chiusa dello spettacolo di Verona “Dov’è dio?” “è lì impiccato”
Eleonora prova a rispondere che secondo lei di fronte a una tragedia così grande – e soprattutto una popolazione così religiosa – sono cose che ti lasciano di stucco e ti vengono da chiedere. Dove potrebbe essere Dio in quel momento? Non si riesce a darsi una risposta. Secondo un ragazzo di Verona anche Dio è vittima: il bene che è vittima, quindi muore con l’uomo.
Infine ancora un divertente ed intenso scambio di idee fra i ragazzi del Premio Gaber.